L’amore di odio. Il sentire dell’amore è piacere e dispiacere.
Piacere: se è per me. Dispiacere: se è contro di me.
È il piacere della morte viva: l’amore di odio.
Piacere: se è per me. Dispiacere: se è contro di me.
È il piacere della morte viva: l’amore di odio.
I tocchi esterni ordinatamente confluiscono tutti al centro della
persona. Questo centro si compone di spirito di amore del
Padre, del suo Agente, ambedue istintivizzati ed egoisticizzati:
informati dell’istinto e bloccati in direzione mia. I tocchi si
immergono nell’amore Paterno, e ognuno si carica di amore
secondo la sua capacità. Poi, in perfetta fusione con l’amore,
emergono. Emergendo, ogni tocco mi dà il suo sentire. Mi fa
chiaramente percepire se la cosa o la persona che mi ha toccato
è per me o è contro di me. Se sento che è per me, il tocco di
amore mi fa scorrere un piacere. Se sento invece che è contro
di me, il tocco di amore mi fa scorrere un dispiacere. Il piacere
è dall’amore per me; e il dispiacere, da dove viene?.
Abbiamo bisogno di una sosta su queste due realtà che si fanno
sempre presenti nel nostro sentire: sento che mi piace, e ne ho
piacere; sento che non mi piace, e ne ho dispiacere.
Guardiamole separatamente, e poi mettiamole a confronto.
1) Quando sento che una cosa o una persona è per me, il
tocco di amore mi fa scorrere un piacere immenso.
Questo piacere è il contenuto specifico dell’amore
Paterno. L’amore Paterno infatti è piacere vero, piacere
grande, è piacere inesauribile, è un piacere insomma che
sa di Paradiso. Il Paradiso lo affermiamo e lo diciamo
noi stessi, oggi più di ieri, perché la corsa ai piaceri oggi
è frenetica, e sembra proprio inarrestabile. Andiamo
pazzi per i piaceri della vita: per quelli che si attingono
dal corpo, e per quelli che si attingono dallo spirito; ma
alla base vi è un grande e inesauribile piacere: quello dell’amore
per me. Il Padre me lo lascia godere tutto, e non
me lo nega mai. Abbiamo la facile impressione che
l’amarci sia vita, che sia vita crescente, che sia vita inebriante
e vita affascinante, e non saremmo mai disposti a
rinunciarvi. Forse però qui c’è un magico inganno. E a
scoprirlo ci aiuta proprio il dispiacere.
persona. Questo centro si compone di spirito di amore del
Padre, del suo Agente, ambedue istintivizzati ed egoisticizzati:
informati dell’istinto e bloccati in direzione mia. I tocchi si
immergono nell’amore Paterno, e ognuno si carica di amore
secondo la sua capacità. Poi, in perfetta fusione con l’amore,
emergono. Emergendo, ogni tocco mi dà il suo sentire. Mi fa
chiaramente percepire se la cosa o la persona che mi ha toccato
è per me o è contro di me. Se sento che è per me, il tocco di
amore mi fa scorrere un piacere. Se sento invece che è contro
di me, il tocco di amore mi fa scorrere un dispiacere. Il piacere
è dall’amore per me; e il dispiacere, da dove viene?.
Abbiamo bisogno di una sosta su queste due realtà che si fanno
sempre presenti nel nostro sentire: sento che mi piace, e ne ho
piacere; sento che non mi piace, e ne ho dispiacere.
Guardiamole separatamente, e poi mettiamole a confronto.
1) Quando sento che una cosa o una persona è per me, il
tocco di amore mi fa scorrere un piacere immenso.
Questo piacere è il contenuto specifico dell’amore
Paterno. L’amore Paterno infatti è piacere vero, piacere
grande, è piacere inesauribile, è un piacere insomma che
sa di Paradiso. Il Paradiso lo affermiamo e lo diciamo
noi stessi, oggi più di ieri, perché la corsa ai piaceri oggi
è frenetica, e sembra proprio inarrestabile. Andiamo
pazzi per i piaceri della vita: per quelli che si attingono
dal corpo, e per quelli che si attingono dallo spirito; ma
alla base vi è un grande e inesauribile piacere: quello dell’amore
per me. Il Padre me lo lascia godere tutto, e non
me lo nega mai. Abbiamo la facile impressione che
l’amarci sia vita, che sia vita crescente, che sia vita inebriante
e vita affascinante, e non saremmo mai disposti a
rinunciarvi. Forse però qui c’è un magico inganno. E a
scoprirlo ci aiuta proprio il dispiacere.
2) Quando una cosa o una persona sono contro di me, io
lo sento subito e sempre. È allora che mi si fa l’odio.
L’odio è fatto solamente di morte, e non di morte
morta, come può essere quella di un cadavere; ma di
morte viva, la quale può fare azione, e l’azione che fa è
di morte. L’odio è dunque morte viva dell’amore, pronta
a fare azione di morte su quello che non mi piace.
L’odio così fatto da dove viene?.
3) Siamo al confronto tra amore per me e odio. Se le cose si
dispongono per me, allora scorrono nella linea dell’amore,
e questo mi può dare tutto il piacere che il tocco può
portare. Ma quando le cose contrastano con la linea dell’amore
per me, l’amore mi fa volgere contro: è una
immersione totale che non mi dà più piacere, ma ansia,
timore, paura; e scatena tutto l’amore per me contro il mio
nemico. Allora l’amore per me mi inganna fin quando le
cose o le persone sono in mio favore, ma viene allo scoperto
quando le cose o le persone sono contro di me.
Allora è chiarissimo che l’amore per me non è altro che
odio. E poiché l’odio è morte viva, anche l’amore per me
è odio e morte viva dell’amore Paterno. E questo intendiamo
dire allora con l’espressione: amore di odio. Amarmi
è odiare me e gli altri. Tanto mi amo, altrettanto odio. Tutti
si amano, quindi tutti odiano. Soltanto la falsità ci può far
dire: io non odio nessuno.
lo sento subito e sempre. È allora che mi si fa l’odio.
L’odio è fatto solamente di morte, e non di morte
morta, come può essere quella di un cadavere; ma di
morte viva, la quale può fare azione, e l’azione che fa è
di morte. L’odio è dunque morte viva dell’amore, pronta
a fare azione di morte su quello che non mi piace.
L’odio così fatto da dove viene?.
3) Siamo al confronto tra amore per me e odio. Se le cose si
dispongono per me, allora scorrono nella linea dell’amore,
e questo mi può dare tutto il piacere che il tocco può
portare. Ma quando le cose contrastano con la linea dell’amore
per me, l’amore mi fa volgere contro: è una
immersione totale che non mi dà più piacere, ma ansia,
timore, paura; e scatena tutto l’amore per me contro il mio
nemico. Allora l’amore per me mi inganna fin quando le
cose o le persone sono in mio favore, ma viene allo scoperto
quando le cose o le persone sono contro di me.
Allora è chiarissimo che l’amore per me non è altro che
odio. E poiché l’odio è morte viva, anche l’amore per me
è odio e morte viva dell’amore Paterno. E questo intendiamo
dire allora con l’espressione: amore di odio. Amarmi
è odiare me e gli altri. Tanto mi amo, altrettanto odio. Tutti
si amano, quindi tutti odiano. Soltanto la falsità ci può far
dire: io non odio nessuno.