La chiave del mistero...

La chiave del mistero. Il sentire è la vitalità dell’amore. Il
piacere e la superiorità dell’amore. Satana non crea un
piacere che non c’è, ma modifica ciò che c’è. Costringe la
veracità del sentire a coprire la falsità del piacere.
Prosegue la riflessione sulla coscienza razionale.
Satana mi ha rispettato nella razionalità; anzi, con il piacere,
me l’ha favorita.
La libertà razionale ma l’ha strategicamente superata, passandole
una ragione così forte da mettere da parte tutte le
altre: la ragione dominante è quella del piacere.
Ma che ragione è quella del piacere?. È una ragione che ha
in sé l’inganno, che trova la sua magica copertura nel piacere
stesso. Il piacere lo sento e lo gusto, anche quando
non lo è più, perché dalla morte viva dell’amore non può
che venire desolazione e disperazione.
Il piacere della morte è menzogna orribile. L’inganno mi
fa essere una persona-menzogna. Con l’inganno del piacere
mi ha nascosto la realtà della morte dell’amore.
L’inganno del piacere lo ha affidato al mio sentire.
Il mio sentire è la vitalità dello spirito di amore del Padre.
È la cosa più vera, che proviene dallo spirito più vero, la
cosa più chiara, più infallibile, e la cosa più sicura alla
quale ogni persona affida il proprio agire.
La persona fa quello che sente. Alla cosa più vera: al mio
sentire, Satana ha affidato la cosa più falsa: il mio piacere.
In quell’affidamento ho ricevuto la chiave del mistero, che
faceva pressione nella mia mente.
Ecco l’apertura del mistero, ecco svelato il mistero. Il sentire
copre il piacere con la sua veracità. Lo spirito di amore
del Padre – come già dicemmo – è gioia, è gaudio, è piacere.
Mi si è dato da vivere in forma di concezione battesimale
con una qualità che viene dalla metamorfosi
Paterna: moribile: può anche morire.
Satana me lo ha bloccato al termine della discesa, proprio
a quel punto in cui avrebbe dovuto iniziare la sua ascesa,
con il fare della creatura che ne vive.
Pure bloccato, rimane comunque piacere. Il sentire si carica
di piacere reale: il piacere del vivere dell’amore
Paterno. Ma per istinto io vivo per me.
Quel piacere nell’atto di amarmi e di odiare dovrebbe
svolgersi in amarezza e in veleno di morte, perché l’amarmi
non è un atto di vita, ma di morte: è la morte dell’amore.
Perché il piacere rimane pure nella morte dell’amore?.
Il sentire è la cosa più vera che c’è nella persona. Satana
ha potuto costringere il sentire dell’amore Paterno a passare
integralmente la sua veracità al piacere.
Con questo passaggio il piacere fa sua la veracità del sentire.
Sentire e piacere vanno in simbiosi.
Verace il sentire, verace il piacere. La cosa viene perfettamente
e definitivamente fissata.
Il piacere si volge in realtà, in morte dell’amore. Questa
non la sento perché mi rimane il piacere che si presenta
verace per la veracità del sentire.
L’inganno è dato da un passaggio di veracità. Dalla sua
fissazione ambedue fanno da inganno: sento verace il piacere
che non è più, perché è passato in morte dell’amore.
L’inganno mi fa menzogna: la mia menzogna è il piacere
che sento ad amarmi e ad odiare, a uccidere l’amore e a
uccidermi. Satana mi ha ucciso così, e io gradualmente mi
vado suicidando con la menzogna.
La menzogna non è un bubbone che si possa strappare
radicalmente o un ascesso che si possa incidere in profondità.
Rimarrò sempre persona-menzogna che nel proprio
fare produrrà sempre menzogna.
Amandosi e odiandosi menzogna. Per amarsi e per odiare
faccio menzogna; la mente la pensa.
È la cosa più presente e sempre operante.
Più una persona si ama e odia, più fa menzogna; e tutta la
razionalità è al suo servizio.
A questo punto debbo dire che la persona ordinaria per
istinto è tutta menzogna.