Il mio sentire...

Il mio sentire.
Ad ogni tocco il mio sentire di piacere o di dispiacere.
Il sentire è proprio dell’amore. Il mio sentire è il mio
primo peccare.
Il meccanismo automatico infernale che Satana mi ha confezionato,
sfruttando il mio iniziale battesimo Paterno e la
mia iniziale cresima Pneumatica, e ricavandone l’istinto al
comando, al quale sottostanno la morte viva dell’amore
Paterno, l’Agente della morte e il mio spirito in docilissima
schiavitù, ha così il suo avviamento, ed è a ripetizione
continua e progressiva.
L’avviamento lo ottiene dalle cose e dalle persone che mi
toccano. I loro tocchi ottengono passaggi distinti, hanno
un percorso sicuro, hanno un approdo garantito e una
accettazione totale. Dove?. Tutti i tocchi confluiscono al
centro pneumatico della persona.
Questo centro si compone dello spirito di amore del Padre
e del suo Agente, ambedue informati dall’istinto e bloccati
nell’amore in direzione mia. Istintivizzati ed egoisticizzati
entrambi.
L’accoglienza che l’amore Paterno offre ad ogni tocco non
ha nulla di paragonabile con quella che noi possiamo dare
a una persona. Supponendo infatti anche un’accoglienza
sincera, due persone si affiancano solamente: una si pone
a fianco dell’altra.
È vero che noi operiamo una vicendevole penetrazione spirituale,
che quando è piacevole e vicendevole si trasforma in
comunione. Ma pure in una comunione cordiale non c’è mai
funzione insolubile, tant’è vero che ogni comunione acci-
dentale va, prima o poi, al suo esaurimento. L’accoglienza
Paterna è totalmente diversa. I tocchi non solo ottengono
piena accoglienza, ma viene loro concessa una totale immersione.
I tocchi, cioè, si immergono nello spirito di amore
del Padre. I tocchi sono fra loro, poi, non solo distinti, ma
anche diversi nella loro capacità. Uno può ricevere poco,
un altro di più, un altro ancora di più. Capacità diversa
dunque di assumere da parte dell’amore Paterno. Capacità
recettiva diversa.
In ogni immersione il tocco si carica fino al sommo di
amore Paterno, e si fonde con esso . Nessuno di noi potrà
mai contare i tocchi nella sua vita: un numero che non ha
confini. Ognuno si immerge e si satura.
E non pensiamo all’esaurimento dell’amore Paterno, perché
esso non avverrà mai, per nessuno, nemmeno per le
nuove generazioni, nelle quali i tocchi raggiungono una
intensità sbalorditiva.
L’amore Paterno non solo non toccherà mai l’esaurimento.
Il tocco carico di amore fino al sommo emerge immediatamente
durante il suo sentire.
Ascolto in udito, sento nell’amore. Il tocco carico di
amore mi da il suo sentire; ed è uno solo, inconfondibile
pronto, chiarissimo.
E il sentire non è ascoltare: è una percezione chiara e sicura
di una cosa che è per me, o è contro di me. L’essere per
me fa fluire e scorrere un piacere: sento che mi piace.
L’essere contro di me, invece, me lo volge in dispiacere. Il
dispiacere, infatti, è dal suo essere contro di me. Ogni
tocco, dunque, ottiene il suo sentire. Ogni sentire si carica
di piacere per me, e si carica di odio contro di me. Tocchi
continui; sentire continuo; peccare continuo: il sentire è la
prima comparsa del peccare.