I passaggi...

I passaggi dall’essere al fare e al diventare me li fa essere
ammalati: me li fa andare sempre e tutti quanti verso la morte.

‘Lui’ che mi conosce, è dunque lo spirito di Satana; mi
conosce – dicevamo – perché Lui mi ha riconfezionato.
Mi ha riconfezionato sfruttando quello che io ho avuto
dalla mia umana e divina concezione.
Dalla concezione umana mi è venuto un corpo animato, da
quella divina Paterna uno spirito umano battezzato (e cresimato)
del Paterno: ecco il mio spirito Spiritato. Il tutto
posto dall’Agente (lo Pneuma: che fa agire) in comunione
perfetta, affinché io vivessi dello spirito di amore del
Padre. Satana ha sfruttato questo mio battesimo Paterno
cresimato. Lo ha sfruttato così: scomponendo ed alterando
le sue parti.
1) Spezzata la comunione tra corpo animato e spirito
Spiritato, ne ricava l’istinto, e me lo pone al comando.
2) L’istinto ha una sua forma: e Lui la impone sia all’amore
Paterno, che al suo Agente (Pneuma): me li ha così
istintivizzati.
3) Lo spirito di amore del Padre me lo blocca, e in direzione
mia, senza più alcuna possibilità di risalita al
Padre. Il blocco dell’amore è la sua morte; ed è una
morte viva: cioè una morte che non muore, perché non
si tratta della morte di un corpo moralizzato, ma di uno
spirito divino, quello del Padre. E così, me lo ha egoisticizzato
(bloccandolo a me).
4) Del mio spirito ne fa uno schiavo fedelissimo sia
all’Agente della morte che all’istinto.
Queste quattro componenti possono formare un meccanismo
perfetto e funzionare armonicamente solamente se
collegate in modo che una muova l’altra in questo ordine
di successione: istinto, amore Paterno, Agente dell’amore,
spirito umano. Satana me le ricollega unendole in comunione
perfetta, in modo che l’una muova l’altra per induzione:
cioè una aziona l’altra.
E le quattro componenti lavorano tutte per un solo scopo:
far passare la morte viva dell’amore dall’essere al fare, in
modo da produrre in continuità un fare istintivo di amore
per me e di odio (che è il risvolto dell’amore per me), che
vada a confluire nel mio diventare. Con quello che faccio
mi io faccio su (mi confeziono), e quindi divento. Sono
quindi due i passaggi che tracciano e segnano il cammino
della morte dell’amore:
- dall’essere al fare,
- dal fare al diventare.
Poiché la morte dell’amore avviene seguendo un cammino,
ecco che io mi posso definire: ammalato nell’amore.
Ammalato: è uno che va verso il male della morte.
Morte fisica o pneumatica (spirituale).

[Prendiamo in esame la figura del lebbroso. La lebbra fu considerata
come il male fisico che meglio ci parla di quel male
pneumatico chiamato: il peccato. Come il corpo di un lebbroso
va verso la morte per successione di marcescenza delle sue
parti, così l’amore va alla morte per atti successivi. Per questo
si è parlato della lebbra del peccato.
Ma ai nostri giorni il Padre ci porge un segno più eloquente: la
droga. Il drogarsi infatti è il piacere della morte fisica lenta e
progressiva.]

Io mi definisco e mi sento dunque un ammalato nell’amore.
Una malattia pneumatica, questa, che percepisco alla
pari di quella fisica, anzi più ancora.
Il meccanismo che la produce, installato in me, è predisposto
in ogni sua parte; è pronto a funzionare: non gli
manca né energia, né avviamento.
1) Per la parte umana: l’istinto e lo spirito umano.
L’energia è data dunque da quella forza totalmente
cieca, ma in compenso esplosiva, potentissima, infallibile
in tutto, e che è la forza dell’istinto.
2) Per la parte divina: la morte viva dell’amore del Padre
è data dalla potenza del suo Agente (lo Pneuma) cui
Satana ha imposto le qualità proprie dell’istinto.
Non gli manca neppure l’avviamento. Un avviamento che va
in ripetizione continua. Il meccanismo funziona ad ogni tocco
che proviene dal mondo esterno. Tutto mi tocca: le cose, e
ancor di più le persone. Ogni tocco mette in funzione un meccanismo
che mi darà sempre e soltanto un prodotto: la morte
(viva) dell’amore che si accumula con l’uomo che diventa.
Questo meccanismo in funzione mi ha fatto conoscere ‘Lui’:
Satana. Posso proprio dire che io lo conosco in funzione, attraverso
questo meccanismo. (Vedi il titolo al passaggio 1)