La conoscenza convince la mia volontà con il piacere.
Questo, però, sfianca e svuota sia l’una che l’altra.
Questo, però, sfianca e svuota sia l’una che l’altra.
Teniamo sempre d’occhio le due sintesi del funzionamento
del meccanismo automatico che Satana mi ha bene impiantato:
- Ad ogni tocco, il mio sentire.
- Ad ogni sentire, il mio agire.
L’Agente della morte mi costringe a prendere ciò che mi
piace ed eliminare chi non mi piace. Me lo fa fare per istinto
se subito è fattibile. Ma quando si frappongono delle difficoltà,
allora coinvolge la mia intelligenza; la sveglia col
sentire, e la fa lavorare col piacere. L’intelligenza esegue il
lavoro da schiava perfetta. Per fare quello che ha conosciuto
essa ha però bisogno della volontà, alla quale chiede il
consenso e il concorso. Svegliatala, la chiama; la attrae; se
la unisce; se la lega: la volontà è convinta, e concorrerà
prontamente a realizzare il conosciuto. Grande ammirazione
dobbiamo provare di fronte alla nostra intelligenza, la
quale riesce sempre a convincere la mia volontà ogni qualvolta
ma la chiama ad amarmi e ad odiare. Me la fa sempre
convinta. Il segreto non dobbiamo cercarlo nelle qualità
dell’intelligenza umana: non sono assolutamente decisive,
queste. Per sé non occorrono delle qualità pregiate; nel
bambino, ad esempio, sicuramente non ci sono, eppure essa
riesce sempre e comunque a fare convinta la volontà.
Sicuramente l’intelligenza deve passare alla volontà le conclusioni
del suo lavoro. Quando le comunica che la cosa è
prendibile e il nemico eliminabile, la volontà si sveglia; ma
quella telefonata non è ancora decisiva.
L’attrazione magica la esercita la qualità della mia conoscenza:
essa è piacevolissima. Il piacere della conoscenza
viene da lontano: dal centro della persona, che si compone
dell’amore Paterno e del suo Agente egoisticizzati. Vi scoppia
al sopraggiungere di ogni tocco. Il piacere lo si sente.
L’Agente lo passa all’intelligenza per il lavoro,e questa alla
volontà. Così il piacere si espande, però non si diluisce, anzi
col suo impiego va accrescendosi sempre più. Quando giunge
alla volontà è una forza tale che la volontà viene letteralmente
aspirata ed assorbita. Il piacere dell’amarmi e dell’odiare
è un vero incantesimo per la mia intelligenza e per
la mia volontà. C’è, a questo punto, da fare una riflessione
di passaggio: se la piacevolezza della morte dell’amore mi
possiede tutto in quel modo magico, che cosa non farà la
piacevolezza della vita dell’amore che mi possiederà nella
patria celeste?. Il paradiso del piacere terrestre non può dunque
che rimandarmi a quello celeste. Il piacere dell’amarmi
e dell’odiare ha veramente del magico, e mi rende facilissima
ogni cosa: facile il pensare, facile il volere, facile il realizzare.
Sicuramente Satana ottiene tutto dall’uomo, e con
estrema facilità. Soprattutto, ottiene un risultato meraviglioso.
Il piacere rende facile ogni cosa; ma l’intelligenza ne
esce fuori logora e sciupata, e la volontà esausta e sfinita.
Ambedue sfinite quando c’è poi da affrontare quello che
non piace. Per il male una carica fenomenale di entusiasmo
e di ardimento; per il bene una sfinitezza e una incapacità
quasi totale. Così stanno le nuove generazioni: ardimentose
nel male, ma sfinite nel bene.
Dobbiamo comprenderle, ed averne una grande pietà. Una
vita di piacere sfianca ed abbatte anche i campioni. Da qui,
ecco che ora sboccia la terza sintesi che è bene affidare alla
mente: “Ad ogni agire, il mio acconsentire”.del meccanismo automatico che Satana mi ha bene impiantato:
- Ad ogni tocco, il mio sentire.
- Ad ogni sentire, il mio agire.
L’Agente della morte mi costringe a prendere ciò che mi
piace ed eliminare chi non mi piace. Me lo fa fare per istinto
se subito è fattibile. Ma quando si frappongono delle difficoltà,
allora coinvolge la mia intelligenza; la sveglia col
sentire, e la fa lavorare col piacere. L’intelligenza esegue il
lavoro da schiava perfetta. Per fare quello che ha conosciuto
essa ha però bisogno della volontà, alla quale chiede il
consenso e il concorso. Svegliatala, la chiama; la attrae; se
la unisce; se la lega: la volontà è convinta, e concorrerà
prontamente a realizzare il conosciuto. Grande ammirazione
dobbiamo provare di fronte alla nostra intelligenza, la
quale riesce sempre a convincere la mia volontà ogni qualvolta
ma la chiama ad amarmi e ad odiare. Me la fa sempre
convinta. Il segreto non dobbiamo cercarlo nelle qualità
dell’intelligenza umana: non sono assolutamente decisive,
queste. Per sé non occorrono delle qualità pregiate; nel
bambino, ad esempio, sicuramente non ci sono, eppure essa
riesce sempre e comunque a fare convinta la volontà.
Sicuramente l’intelligenza deve passare alla volontà le conclusioni
del suo lavoro. Quando le comunica che la cosa è
prendibile e il nemico eliminabile, la volontà si sveglia; ma
quella telefonata non è ancora decisiva.
L’attrazione magica la esercita la qualità della mia conoscenza:
essa è piacevolissima. Il piacere della conoscenza
viene da lontano: dal centro della persona, che si compone
dell’amore Paterno e del suo Agente egoisticizzati. Vi scoppia
al sopraggiungere di ogni tocco. Il piacere lo si sente.
L’Agente lo passa all’intelligenza per il lavoro,e questa alla
volontà. Così il piacere si espande, però non si diluisce, anzi
col suo impiego va accrescendosi sempre più. Quando giunge
alla volontà è una forza tale che la volontà viene letteralmente
aspirata ed assorbita. Il piacere dell’amarmi e dell’odiare
è un vero incantesimo per la mia intelligenza e per
la mia volontà. C’è, a questo punto, da fare una riflessione
di passaggio: se la piacevolezza della morte dell’amore mi
possiede tutto in quel modo magico, che cosa non farà la
piacevolezza della vita dell’amore che mi possiederà nella
patria celeste?. Il paradiso del piacere terrestre non può dunque
che rimandarmi a quello celeste. Il piacere dell’amarmi
e dell’odiare ha veramente del magico, e mi rende facilissima
ogni cosa: facile il pensare, facile il volere, facile il realizzare.
Sicuramente Satana ottiene tutto dall’uomo, e con
estrema facilità. Soprattutto, ottiene un risultato meraviglioso.
Il piacere rende facile ogni cosa; ma l’intelligenza ne
esce fuori logora e sciupata, e la volontà esausta e sfinita.
Ambedue sfinite quando c’è poi da affrontare quello che
non piace. Per il male una carica fenomenale di entusiasmo
e di ardimento; per il bene una sfinitezza e una incapacità
quasi totale. Così stanno le nuove generazioni: ardimentose
nel male, ma sfinite nel bene.
Dobbiamo comprenderle, ed averne una grande pietà. Una
vita di piacere sfianca ed abbatte anche i campioni. Da qui,
ecco che ora sboccia la terza sintesi che è bene affidare alla