La mia razionalità è libera? Non eliminata, ma strategicamente
superata, con la dolcezza del piacere: la mia
razionalità risulta quindi essere schiava del piacere.
superata, con la dolcezza del piacere: la mia
razionalità risulta quindi essere schiava del piacere.
Il meccanismo automatico infernale, funzionando, mi dà
una conoscenza istintiva. Il piacere che ne sento me la fa
subito convinta.
Mi si va così componendo una coscienza istintiva. Non
appena si accende la razionalità, ha inizio lo scorrimento
della coscienza istintiva in quell’altra, che dalla razionalità
prende il nome di coscienza razionale. La razionalità
viene in aiuto all’istintività quando il prendere e lo scartare
non è di facile né di immediata attuazione.
1) Abbiamo dubitato soltanto per un attimo della nostra
razionalità, perché abbiamo trovato lo spirito di amore
del Padre privo del suo ‘intelletto di amore’, come pure
abbiamo trovato il suo Agente privo dell’intelletto di
azione. Conserva ancora la sua azione, ma è talmente
fissata che non ha più nulla della razionalità, e si comporta
come una forza bruta, crudele e spietata.
Abbiamo avuto la certezza che Satana non ci ha minimamente
offeso la razionalità, anzi ha reso oltremodo
facile il suo concorso. Con che cosa ce l’ha reso facile?
2) Come ho dubitato della mia razionalità, così ora mi
sorge il dubbio che la mia razionalità mantenga e conservi
la sua libertà. Che libertà è quella razionale?. È il
poter rifiutarsi di ragionare sull’amore di odio per realizzare
la presa di ciò che mi piace, e la eliminazione di
ciò che non mi piace, e di chi mi è contrario.
Sicuramente non me l’ha eliminata: me l’ha strategicamente
superata. Rimane fuori uso; rimane, ma inefficiente.
Con quale strategia?…
Satana avrebbe potuto immobilizzarla, impedirne l’esercizio
con un atto di prepotenza: costringendola a soggiacere
all’amore di odio. Avrebbe lavorato però male, e senza
passione. Astutamente, invece, ha seguito la via opposta.
Gli occorreva un fascino che facesse da richiamo efficacissimo.
Una calamitazione che facesse da attrazione irresistibile,
una infusione entusiasmante che facesse da eccitazione.
Il fascino, la calamitazione, l’infusione, Satana le
ha ottenute da una cosa sola a sua completa disposizione.
Quale?. Lo spirito di amore del Padre è una gioia di paradiso,
è un piacere inesauribile, è un gaudio incontenibile.
Quel piacere, l’Agente lo mette in circolazione e lo va
concentrando sulla razionalità. Il piacere dapprima riempie
il mio sentire, e mediante il sentire va irradiando in
ogni direzione, quella razionale soprattutto. Il piacere la
chiama, l’attrae con estrema saporosità, ne ottiene un’applicazione
piena, totale, immediata e gioiosa. Non si rifiuta
mai, non si stanca mai questa razionalità, anche se i
ragionamenti si fanno acuti e intensi. Senza alcuna fatica,
la razionalità dà tutto quello che è possibile. La mia razionalità
viene infallibilmente piegata e vinta, dunque, dal
piacere. Possiamo tranquillamente parlare di una schiavitù;
molto diversa certo dalle correnti. Uno è schiavo con-
tro la sua voglia; per questo lo si pone in schiavitù con la
forza. Gli schiavi venivano incatenati, e tali dovevano per
forza restare. Satana non mi ha incatenato con la forza
costringendomi a fare lo schiavo suo, no. Mi ha fatto
schiava la razionalità, con i vincoli del piacere, i quali mi
piegano a una sola cosa, non contro voglia, ma con tutta la
mia voglia. Schiava del piacere è la mia razionalità. Non
può dissentire da quel mio sentire che le viene passato;
non riesce a rifiutarsi al piacere del sentire. È questa la
schiavitù fatale. Il piacere è una ragione che elimina tutte
le ragioni contro.
una conoscenza istintiva. Il piacere che ne sento me la fa
subito convinta.
Mi si va così componendo una coscienza istintiva. Non
appena si accende la razionalità, ha inizio lo scorrimento
della coscienza istintiva in quell’altra, che dalla razionalità
prende il nome di coscienza razionale. La razionalità
viene in aiuto all’istintività quando il prendere e lo scartare
non è di facile né di immediata attuazione.
1) Abbiamo dubitato soltanto per un attimo della nostra
razionalità, perché abbiamo trovato lo spirito di amore
del Padre privo del suo ‘intelletto di amore’, come pure
abbiamo trovato il suo Agente privo dell’intelletto di
azione. Conserva ancora la sua azione, ma è talmente
fissata che non ha più nulla della razionalità, e si comporta
come una forza bruta, crudele e spietata.
Abbiamo avuto la certezza che Satana non ci ha minimamente
offeso la razionalità, anzi ha reso oltremodo
facile il suo concorso. Con che cosa ce l’ha reso facile?
2) Come ho dubitato della mia razionalità, così ora mi
sorge il dubbio che la mia razionalità mantenga e conservi
la sua libertà. Che libertà è quella razionale?. È il
poter rifiutarsi di ragionare sull’amore di odio per realizzare
la presa di ciò che mi piace, e la eliminazione di
ciò che non mi piace, e di chi mi è contrario.
Sicuramente non me l’ha eliminata: me l’ha strategicamente
superata. Rimane fuori uso; rimane, ma inefficiente.
Con quale strategia?…
Satana avrebbe potuto immobilizzarla, impedirne l’esercizio
con un atto di prepotenza: costringendola a soggiacere
all’amore di odio. Avrebbe lavorato però male, e senza
passione. Astutamente, invece, ha seguito la via opposta.
Gli occorreva un fascino che facesse da richiamo efficacissimo.
Una calamitazione che facesse da attrazione irresistibile,
una infusione entusiasmante che facesse da eccitazione.
Il fascino, la calamitazione, l’infusione, Satana le
ha ottenute da una cosa sola a sua completa disposizione.
Quale?. Lo spirito di amore del Padre è una gioia di paradiso,
è un piacere inesauribile, è un gaudio incontenibile.
Quel piacere, l’Agente lo mette in circolazione e lo va
concentrando sulla razionalità. Il piacere dapprima riempie
il mio sentire, e mediante il sentire va irradiando in
ogni direzione, quella razionale soprattutto. Il piacere la
chiama, l’attrae con estrema saporosità, ne ottiene un’applicazione
piena, totale, immediata e gioiosa. Non si rifiuta
mai, non si stanca mai questa razionalità, anche se i
ragionamenti si fanno acuti e intensi. Senza alcuna fatica,
la razionalità dà tutto quello che è possibile. La mia razionalità
viene infallibilmente piegata e vinta, dunque, dal
piacere. Possiamo tranquillamente parlare di una schiavitù;
molto diversa certo dalle correnti. Uno è schiavo con-
tro la sua voglia; per questo lo si pone in schiavitù con la
forza. Gli schiavi venivano incatenati, e tali dovevano per
forza restare. Satana non mi ha incatenato con la forza
costringendomi a fare lo schiavo suo, no. Mi ha fatto
schiava la razionalità, con i vincoli del piacere, i quali mi
piegano a una sola cosa, non contro voglia, ma con tutta la
mia voglia. Schiava del piacere è la mia razionalità. Non
può dissentire da quel mio sentire che le viene passato;
non riesce a rifiutarsi al piacere del sentire. È questa la
schiavitù fatale. Il piacere è una ragione che elimina tutte